Cornate: Ursut Sorin è il pescatore che si è gettato nell'Adda per salvare la bambina. 10 anni fa un altro gesto da eroe.Video
Si è comportato da vero eroe ma mostra modestia e tanta comprensione per il dolore di quella bimba che, stretta a lui, è stata strappata da morte certa nelle acque del fiume Adda ma ha visto scomparire davanti agli occhi il papà. Ursut Sorin, camionista di origini rumene residente a Cornate da 18anni, coetaneo di Angelo Belluscio, la vittima, vive con la moglie e il figlio in una corte di via Dossi. Nel tardo pomeriggio di sabato ha salvato una ragazzina di 9 anni che il padre a sua volta stava tentando di riportare a riva ma che, quando ha sentito le forze venirgli meno sopraffatte dalla corrente, l'ha spinta verso Ursut affinchè l'afferrasse. Poi è stato inghiottito dal fiume.
A raccontare tutti i dettagli di quanto accaduto ieri in località Porto, poco lontano dalla Centrale Esterle è proprio Ursut Sorin. E lo fa con gli occhi ancora un po' increduli, forse una lenta presa di coscienza del rischio corso, un misto tra la gioia di avere salvato una vita e il dolore per la morte di un'altra. "Stavo pescando insieme ad un amico - ha detto - quando ho sentito delle grida. In un primo momento onestamente ho pensato che stessero scherzando. Poi però il tono della bambina è cambiato, ha detto qualcosa come "tirami fuori". Il padre si è gettato subito dentro. C'erano altre persone, mi sono guardato attorno per pochi secondi, ho visto quell'uomo che lottava con la corrente. Poi non so cosa, mi sono sentito spinto a lanciarmi in acqua. Non ci ho pensato perché lo so benissimo quanto sia pericoloso il fiume". Ursut è riuscito ad afferrare la ragazzina per un braccio mentre alle sue spalle si tuffava anche il cane di famiglia. Angelo Belluscio, invece, davanti a lui continuava a lottare contro la corrente impetuosa che li stava trascinando a valle. "Ha spinto la sua bambina verso di me - ha proseguito nel drammatico racconto - mi ha incoraggiato a tenerla stretta. Lo guardavo negli occhi, ero sinceramente convinto che ce la stesse facendo visto che era a non più di tre metri dall'altra riva. Poi all'improvviso è scomparso, risucchiato sul fondo probabilmente da una corrente ancora più forte. Non l'ho più visto". Ursut, la bimba e il cane sono riusciti ad arrivare a raggiungere la riva, stremati e spaventati. "La piccola tremava. Era sotto shock, continuava a chiamare il suo papà. Ha iniziato a correre sulla spiaggia, lo cercava ovunque tra i cespugli, quasi volesse salvarlo. Ma ovviamente non poteva. Quando mi sono accorto che rischiava di cadere di nuovo in acqua, l'ho fermata, presa in braccio e portata sul piazzale davanti alla Centrale". E' rimasto con lei per circa 30 minuti prima che arrivassero tutte le squadre di soccorso e la famiglia. Non lontano c'era il camper del padre, glielo ha indicato lei stessa. Così l'ha portata lì, in un luogo a lei familiare, sempre nel tentativo di calmarla e confortarla. "Poi è arrivata la madre e sono stato felice di vederle abbracciarsi - ha detto - anche se essendo padre anche io non riuscivo a non pensare a quell'uomo morto nel tentativo di salvare la figlia. Mi è dispiaciuto infinitamente e continua a dispiacermi molto. Spero tanto che la bimba riesca a superare lo shock per quello che Ursut che non ha propriamente i tratti dell'eroe corpulento e muscoloso, anzi ha un volto delicato ed è di corporatura media, non è la prima volta che si trova coinvolto in una situazione simile.
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